Alice Marini, Omar Kamata e Murat Can Guvem in data 20,23,25,28 Maggio 2017 si esibiranno presso il teatro Filarmonico di Verona nell’ opera di Rossini, “Viaggio a Reims” l’ opera di Rossini in un atto su libretto di Luigi Balocchi ispirato da Corinne ou l’Italie (Corinna o l’Italia) di Madame de Staël.L’opera fu composta per l’incoronazione di Carlo X, re di Francia e fu eseguita per la prima volta a Parigi, nel Théatre Italien il 19 giugno 1825.
ATTO UNICO TRAMA
Un gruppo di nobili provenienti da tutta Europa si è riunito nell’albergo “Il Giglio d’Oro” a Plombières. Amanti dei viaggi, hanno deciso di raggiungere Reims dove assisteranno all’incoronazione di Re Carlo X. È il giorno della partenza e fervono i preparativi: la governante Maddalena istruisce gli inservienti, mentre Don Prudenzio, medico dell’albergo, controlla le colazioni. Anche Madama Cortese, la proprietaria, raccomanda al personale di occuparsi degli ospiti con la massima sollecitudine.
Intanto la Contessa di Folleville, una giovane vedova parigina vestita sempre all’ultima moda e amante del Cavalier Belfiore, aspetta con impazienza l’arrivo dei suoi bagagli con gli abiti da indossare alla cerimonia. Quando il cugino Don Luigino la informa che la diligenza che portava i bagagli si è rovesciata rovinando il carico, la Contessa sviene. Gli altri ospiti corrono in suo aiuto, lei si rianima ma è disperata: dovrà rinunciare al viaggio a Reims. La disperazione, tuttavia, si trasforma presto in gioia quando la cameriera Modestina arriva con una scatola contenente un cappellino alla moda che si è salvato nella caduta della carrozza.
Entra in scena il Barone di Trombonok, un ufficiale tedesco fanatico per la musica che, avendo assistito alla scena precedente, riflette sul fatto che il mondo è una gabbia di matti. Il Barone è anche amministratore della cassa comune istituita per il viaggio: viene così avvicinato da Don Profondo, letterato e maniaco delle antichità, che deve versare la sua quota. Entra anche Don Alvaro, Grande di Spagna, che presenta la sua accompagnatrice, la Marchesa Melibea, una bella vedova polacca di cui è innamorato e che vorrebbe pure lei partecipare al viaggio a Reims.
Roso dalla gelosia, li segue il Conte di Libenskof, un focoso generale russo: anche lui è innamorato di Melibea e la accusa di infedeltà, scatenando la reazione furiosa di Don Alvaro. I due rivali stanno per sfidarsi a duello quando da una stanza dell’albergo, accompagnato da un’arpa, si sente il canto di Corinna, celebre improvvisatrice romana: le sue strofe incantevoli hanno il potere di placare gli animi dei pretendenti.
Arriva anche Lord Sidney: l’ospite inglese è innamorato di Corinna e, pur essendo da questa corrisposto, non ha il coraggio di dichiararsi; lamenta le sue pene d’amore e fa disporre vasi di fiori davanti alla camera della poetessa.
Don Profondo chiede quindi a Lord Sidney informazioni su dove reperire alcune antichità britanniche ma viene liquidato bruscamente; subito dopo, incontra Corinna e la sua compagna di viaggio, Delia, una giovane orfana greca: Don Profondo consegna alla poetessa una lettera che rassicura Delia sulle sorti della Grecia e promette alle due donne di informarsi sull’ora della partenza.
Rimasta sola, Corinna viene avvicinata dal Cavalier Belfiore, l’ufficiale francese amante della Contessa di Folleville: il giovane, che si considera un seduttore irresistibile, inizia a corteggiare la poetessa in modo pressante. Corinna rifiuta con decisione le avances, ma il Cavaliere si convince che lei finga di non volerlo e di aver comunque raggiunto il suo scopo. Don Profondo, che di nascosto ha assistito divertito al fallimento del Cavaliere, compila su richiesta del Barone di Trombonok la lista degli oggetti di valore di tutti i viaggiatori, rallegrandosi per la partenza imminente.
Subito dopo, Don Profondo incrocia la Contessa di Folleville che sta cercando il Cavaliere. Bastano poche battute e la donna capisce che Belfiore fa il galante con Corinna. Intanto, tra gli ospiti cresce l’impazienza di partire, quando all’improvviso il corriere Zefirino porta una brutta notizia: a Plombières non si trovano più cavalli a noleggio e pertanto bisogna rinunciare al viaggio a Reims.
Dopo lo sconforto generale, ci pensa Madama Cortese a tirar su gli animi: ha ricevuto una lettera da Parigi in cui viene informata dei grandi festeggiamenti che si stanno preparando per il ritorno del Re. La Contessa di Folleville si offre di ospitare l’intera compagnia nella sua casa parigina e gli ospiti, dopo aver accettato con entusiasmo, decidono di partire l’indomani per la capitale. Con il denaro raccolto per il viaggio si potrà organizzare la sera stessa un grande banchetto aperto a tutti. Nel frattempo, il Barone di Trombonok, amante della musica e dunque dell’armonia, si attiva per far riconciliare la Marchesa Melibea e il Conte di Libenskof dopo il litigio causato da Don Alvaro. E infatti, dopo che il Conte si dice pentito della sua gelosia eccessiva, i due innamorati si rappacificano.
Nel giardino illuminato dell’albergo, gli inservienti hanno imbandito la tavola. Tutto è pronto per la festa, che inizia con l’esibizione di una compagnia ambulante di cantanti e danzatori ingaggiata dal Barone di Trombonok. Dopo di che il Barone propone a ognuno dei convitati di intonare un brindisi, in onore della famiglia reale, nello stile del proprio paese d’origine. Per concludere in bellezza la festa, gli ospiti chiedono a Corinna di intrattenerli con una improvvisazione: ogni convitato propone un tema e, dopo un’estrazione a sorte, viene scelto: “Carlo X, Re di Francia”. Dopo l’improvvisazione di Corinna, la serata si chiude con una lode corale al “Prode Regnator”.